Mi scuso in anticipo con gli strafalcioni di grammatica (sia italiana che greca) che correggerò appena possibile, ma non volevo farvi aspettare oltre :) Anche il titolo è provvisorio, forse troverò qualcosa di meglio. Spero che l'inizio della mia nuova storia vi piaccia! Fatemi assolutamente sapere se c'è qualcosa che non si capisce, è molto importante!
Buona lettura!
*Prologo*
- Papà, che cos’è la Storia della Vita? - domanda
complicata da fare di prima mattina. Feonor Carden sposta gli occhi dalla
pancetta che sfrigola a suo figlio, il quale però ha seppellito lo sguardo
dorato in una tazza di cereali ormai freddi.
- É una leggenda che racconta come siamo nati noi
Rakut. - spiega circospetto il padre.
- Ma è vera?
- Chi te l’ha detto?
Il piccolo Res non risponde, raschia il fondo della
tazza con il cucchiaio, aggrottando le sopracciglia.
Feonor sospira: che figlio complicato, mai che dica
una cosa fino in fondo... ma ormai ci ha fatto l’abitudine, a tirare a
indovinare.
- Sai di cosa parla?
Res scuote la testa e lo guarda: il massimo che si
possa ottenere da lui come incitamento a raccontare. Feonor toglie la padella
dal fuoco e versa la matassa di pancetta abbrustolita in due piatti, poi si
siede davanti al figlio al tavolo della cucina, la sedia protesta sotto il suo
peso.
- Allora... C’era una volta...
- Le sconsiglio di tradurre "Hn cronos en ote" con “C’era una volta”,
signorina Raiv. - la professoressa di greco, piegata sulla sua traduzione, ha da
ridire dalla prima frase e Spiritus Raiv non la sopporta.
- Ho cercato di fare una traduzione libera, come
aveva spiegato lei, professoressa. - mormora la bambina, controllando a fatica
il proprio tono di voce.
- Questa non è una semplice favola, il suo modo di
tradurre sminuisce l’importanza e la sacralità di questo testo. La traduzione
più corretta, in questo caso, è quella letterale: “C'era un tempo in cui”
La piccola Spiritus cancella la frase iniziale con
un movimento stizzito dell'indice sul tablet e si mette a rileggere il testo
che ha tradotto fino ad allora, mentre l’insegnante gira tra i banchi come un
avvoltoio.
“C'era un tempo in cui i Rakut volavano ancora attraverso i cieli. La Madre Celeste aveva dato
loro un esile corpo, creato dall’aria, dall’arcobaleno aveva creato loro ampie
ali con squame e piume lucenti, dall’aquila i grandi occhi acuti e
dall’avvoltoio gli artigli taglienti.
Tuttavia, essi
volavano soli nel cielo, incapaci di sollevare i loro figli. I Rakut si
cibavano a terra e così i loro figli, non potendo volare per la tenera età. Ma
le belve feroci uccidevano i bambini costretti a terra, prima che imparassero
ad usare le loro ali.
Anche il
primogenito della regina dei Rakut fu mangiato dalle belve. E la fiera mangiò
anche un braccio della madre che non voleva abbandonare il figlio. La regina si
rivolte allora alla Grande Madre Celeste, chiedendole un modo di salvare i suoi
figli.
La Dea
Celeste rispose alla sua chiamata e fece della Regina la sua sciamana. Così la
Regina Sciamana prese la forza delle belve e la mise nel proprio ventre,
creando una nuova vita.
Nacquero
due maschi, tanto grossi e forti che le ali potevano sollevarli, ma che
combattevano le belve della terra con la loro stessa forza, e proteggevano la
loro madre...
Spiritus osserva l’insegnante muoversi dalle file e
dare consigli di traduzione alle sue compagne: come può quell’assurda storia
essere più di una favola per bambini? C’è davvero qualcuno così stupido da
credere ad una simile assurdità? A quanto sembra, sì...
- Come nella canzone? - chiede Res, mettendo i
piatti nel lavandino.
- Eh? Che canzone? - domanda suo padre, perdendo il
filo della storia.
- Quella che fa: ..e come un gigante buono su di te io veglierò... mai lontano più di un
soffio con te respirerò...
- Sì, sì... come quella roba lì.
- Non è così, però. Mia madre è nell’Alcova. E
anche zia Silia.
Lo sguardo di Feonor si fa malinconico al suono del
nome della sorella, come se sopportarne la lontananza fosse una sofferenza
grandissima: - Già, sono solo leggende. Vuoi sentire o no la fine della storia?
Res rimase in silenzio e il padre continua: -
Allora, dove eravamo? Ah, già... a quel punto i suoi figli erano grandi e
grossi, no? Tipo due o tre volte più grandi della madre, ma non ce la facevano
a vivere senza che qualcuno continuasse a dargli la forza, e quindi la Regina Sciamana
fece un incantesimo... aspetta, fammi ricordare le parole... “La forza da me
creata sarà nutrita dalla vita e dall’amore che scorre nelle mie vene di
madre... da queste cose i miei figli trarranno la vita e il desiderio di
proteggermi sempre.” E poi fece in modo che lo stesso valesse per le sorelle...
- E per le figlie e le zie, le cugine...
- Sì, sì... tutte le femmine della famiglia,
insomma.
- É per questo che la zia ti manda il suo
Nutrimento. E mia madre lo manda a me. - a Res quella storia sembra un po’
assurda, ma almeno spiega un po’ le cose ed è sempre meglio di niente.
Suo padre si alza e prende due fiale di vetro dal
frizer, su una c’è scritto il suo nome e sull’altra quello di suo figlio: -
Già, infatti è arrivato il momento di prenderne una.
Res si alza di scatto dal tavolo e afferra lo zaino
di scuola, sporco e mezzo vuoto: - Io sto bene! Lo prendo domani, cia...
Viene riacchiappato per la nuca dalla grossa mano
di suo padre: - Dove credi di scappare, cretinetto? Oggi è martedì e il martedì
si prende la fiala. Punto.
Res si divincola, ma non c’è nulla da fare, ha solo
otto anni, non può certo rivaleggiare con la massa di muscoli di un Rakut
adulto.
L’unica cosa che quella storia non dice è: perché
mandare giù quella roba deve bruciare così tanto?
La ricreazione suona e le bambine si alzano,
lisciandosi la divisa della loro costosa scuola elementare privata di livello
avanzato. I banchi si ritirano nel pavimento per evitare che qualcuna di loro ci
sbatta contro giocando e si faccia male. Spiritus odia tutto quel controllo:
non sono più delle neonate, perché dovrebbero sbattere contro i banchi?
Melian, la bambina vicina a lei si alza e si
avvicina alle sue amiche, nascondendo qualcosa dietro la schiena: - Guardate
che bello! - sorride in un sussurro, mostrando alle altre un piccolo fiore
intagliato in un pezzetto di legno chiaro: se la professoressa o qualcun altro
della sicurezza scoprisse che ha portato con lei qualcosa del genere sarebbe
messa in punizione. Quell’oggetto sicuramente non è ancora stato sottoposto al
rigido controllo della scuola. Anche se comunque doveva essere stato
sterilizzato all’entrata nell’Alcova
Le altre bambine sembrano entusiaste della piccola
trasgressione di Melian, ma non si azzardano a toccare il fiore.
- L’ha fatto il mio papà! Non è bellissimo? -
continua sottovoce Melian, contenta e orgogliosissima del suo ninnolo.
Spiritus non si avvicina: odia quando le altre
bambine parlano dei loro padri.
Ancora oggi
l’antico incanto è vivo. Perché nessuna donna Rakut si senta al sicuro senza un
padre, un figlio o un fratello e nessun uomo Rakut possa vivere senza il
Nutrimento di una madre, una figlia o una sorella.
La versione di esercitazione è finita così.
Lei non ha nessun fratello e suo padre è morto
prima che lei crescesse abbastanza da poterlo nutrire e tenere in vita.
Che stupida storia quella che ha appena tradotto:
se l’incanto è ancora attivo, allora perché lei non sente nulla?
No Sarah, non ci siamo proprio! mi dispiace dirti che questo nuovo stile non mi piace proprio! la narrazione al presente è veramente insopportabile
RispondiEliminaSto ancora pensando se lasciare o meno la narrazione al presente... in realtà l'ho tolta a tutti i personaggi a parte i due protagonisti. In effetti è una narrazione che non mi si addice molto, ma mi piace molto e ho voglia di sperimentarla per un po' :P
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