domenica 6 ottobre 2013

Kallwen

Leggendo alcuni fumetti, mi sono spesso imbattuta nelle schede delle informazioni sui personaggi principali e ho sempre pensato che fosse qualcosa di molto divertente da scrivere, così, anche per ricordare le caratteristiche fondamentali dei miei personaggi ha chi non ha letto il primo libro (o non se lo ricorda più), ho pensato che sarebbe stato carino inaugurare una serie di schede descrittive dei personaggi, analizzandoli uno alla volta.
Kallwen è il primo a finire sotto analisi, buona lettura!

Nome: Kallwen, figlio di Artar
Razza: Elfica, Mentale, casta guerriera
Età: 16
Poteri: Per essere un guerriero ha uno spiriti nero molto potente, di soli due punti inferiore al minimo per un Puro. Grazie ad essi può facilmente leggere nel pensiero di qualsiasi cosa animata e far levitare piccoli oggetti. Con incantesimi più potenti e maggior concentrazione, può eseguire diversi interventi sulla mente di persone, elfi e animali ed eseguire incanti di levitazione più complessi, come far levitare un’altra persona.
A causa del fatto di avere solo metà prigione di luci, gli è difficile gestire il proprio spirito nero ed ha bisogno di sigilli per vivere tranquillamente.
Aspetto fisico: Viso affilato, un po’ scarno; occhi verde acqua chiarissimi e forma leggermente allungata; naso regolare; capelli biondi molto chiari tagliati un po' come capita; orecchie a punta.
Alto 1.82, fisico atletico e flessuoso, essenzialmente perfetto, grazie alla sua natura di guerriero, il suo modo di camminare è tanto preciso e ritmato da ridurre quasi in ipnosi. Ha diverse cicatrici che si è provocato lottando contro il proprio spirito nero: una sul braccio sinistro, che va dal polso a metà dell’avambraccio; una tondeggiante sul bracco destro, il segno di un morso; e una vicino alla clavicola.
Gli sono stati impressi quattro sigilli (cinque alla fine del primo libro), che si manifestano come tatuaggi: il primo sulla scapola sinistra, il secondo dietro l’orecchio destro, il terzo nell’incavo del gomito destro e il quarto sotto il tallone, il quinto aggiuntivo sul palmo della mano destra.
Carattere: è un ragazzo orgoglioso e pieno di sé. Il suo lato razionale, con cui guarda tutto ciò che lo circonda, gli ha fatto apparire per anni la vita come qualcosa di inutile e solamente doloroso e questo l’ha portato a desiderare la morte più volte. Ma la parte più emotiva, con cui spesso è in conflitto, lascia sempre accesa una luce di speranza nella sua mente, una curiosità acuta e insaziabile che alla fine lo spinge sempre avanti. Kallwen può essere visto come un essere con due anime, sempre alla ricerca di quella linea di separazione tra le due: la prima, razionale, fredda e calcolatrice, la Ragione che lui crede essere la vera essenza di sé; e l’altra, non solo emotiva, passionale e completamente irrazionale, ma anche assetata di sangue e essenzialmente cattiva, sconvolta quindi, da qualunque tipo di emozione. Da sempre l’elfo considera questa parte di sé come un intruso, un demone
Forse sempre a causa della prigione di luci dimezzata non è capace di provare imbarazzo e per questo risulta spesso inopportuno.
La sua natura guerriera lo rende estremamente competitivo: non è certamente una persona che sa accettare la sconfitta. Per questo, come Mentale, ama divertirsi e vendicarsi con battute malevole sui segreti più nascosti di ognuno.
Ama/odia/manie/tic: Ama mangiare la carne, sia cotta che cruda; non riesce a sopportare il caldo o comunque temperature superiori ai venticinque gradi e si trova, invece, molto più a suo agio in alta quota.
Adora nuotare e l’acqua ghiacciata. Come quasi tutti i guerrieri, ama combattere e allenarsi. La sua mania di precisione si riflette soprattutto nello studio e nel combattimento. Ha una passione quasi amorosa per la sua cavalla che lo ricambia sinceramente. Piega la testa di lato quando non capisce qualcosa o per concentrarsi e spesso rimprovera alle persone intorno a lui di pensare troppo "ad alta voce".
Storia: Kallwen ha avuto una vita piena di traumi intensi fin dalla tenerissima età. A quattro anni ha visto il padre, posseduto dal proprio spirito nero, che uccideva sua madre stritolandole il cuore con la forza del pensiero. A quella vista a perso per la prima volta il controllo del suo corpo mentre il demone dentro di lui prendeva il sopravvento e lo faceva fuggire.
Non ricorda nulla dei tre giorni seguenti, fino a che non viene trovato da Riasme e da sua nipote Harima, la quale comprende l’instabilità dello spirito del bambino e lo sigilla, con l’aiuto dello zio.
Da allora Kallwen vive nella base di resistenza da poco fondata da Riasme, dove circa un anno dopo conosce Tayron, un piccolo elfo di un anno più grande di lui, che diventerà il suo migliore amico. Circa nello stesso periodo arriva alla base l’Anziana Sidryan insieme a Vitryan, un’elfa di poco più grande di lui: i due si odiano dal primo momento in cui si vedono.
Nella prima missione a cui partecipa, lui e Tayron trovano il giovane elfo mutaforma, Xer: il bambino di soli sette anni era trasformato in un essere umano, ma grazie ai suoi poteri, Kall capisce subito di trovarsi davanti ad un elfo e riescono a portarlo in salvo alla base.
Nella seconda missione, in un centro di sperimentazione, perde il controllo durante un combattimento e uccide brutalmente due guardie umane: il rumore manda all’aria la missione e Riasme riesce a portare in salvo solo un elfo dal centro, Dedlos.
Tornati alla base, Riasme decide di non farlo più partecipare alle missioni. Dopo alcuni giorni di studio, Kallwen compie un incantesimo di cancellazione della memoria su Dedlos, per eliminare da bambino tutti gli orribili ricordi degli esperimenti a cui i suoi occhi sono stati sottoposti.
All’età di dodici anni, Tayron muore in una missione e il dolore della perdita fa di perdere nuovo il controllo a Kallwen che attacca il capo della base, cercando di ucciderlo, ritenendolo responsabile della morte dell’amico. Viene fermato e sedato, ma decide di scappare dalla base una volta rinvenuto.

Si stabilisce per qualche tempo da un’anziana donna, per un quarto elfa, che lo accoglie con gentilezza. Ma quando la figlia della vecchia donna viene quasi uccisa da dei briganti, perde ancora una volta il controllo di se stesso e finisce per ucciderli. Sconvolto da se stesso, decide allora di cercare suo padre e, seguendo i pochi indizi che aveva racimolato mentre si trovava alla base, arriva tra le montagne, in luogo dove suo padre aveva condotto esperimenti magici e dove tutte le tracce si esauriscono. Resta lì per due anni circa, dopo di che comincia a vagare per lo Stato del Dryangin, chiudendosi sempre di più in se stesso. Passa il confine con il Ducato per andare a vedere ciò che resta del villaggio dove era nato e, poi stanco della cacciagione, si infiltra nella capitale, in cerca di cibo, ma la troppa sicurezza in se stesso gli fa fare un passo falso e viene catturato. Ma nella cella in cui si ritrova in attesa di essere ucciso incontra Samire...

Bene, sperando che non sia troppo confuso, direi che con il mio complicato protagonista ho finito! Alla prossima scheda!

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