Kallwen è il primo a finire sotto analisi, buona lettura!
Nome: Kallwen, figlio di Artar
Razza: Elfica, Mentale, casta guerriera
Età: 16
Poteri: Per essere un guerriero ha uno spiriti nero molto potente,
di soli due punti inferiore al minimo per un Puro. Grazie ad essi può
facilmente leggere nel pensiero di qualsiasi cosa animata e far levitare
piccoli oggetti. Con incantesimi più potenti e maggior concentrazione, può
eseguire diversi interventi sulla mente di persone, elfi e animali ed eseguire
incanti di levitazione più complessi, come far levitare un’altra persona.
A causa del fatto di avere solo metà prigione di luci,
gli è difficile gestire il proprio spirito nero ed ha bisogno di sigilli per
vivere tranquillamente.
Aspetto fisico: Viso affilato, un po’ scarno; occhi verde acqua
chiarissimi e forma leggermente allungata; naso regolare; capelli biondi molto
chiari tagliati un po' come capita; orecchie a punta.
Alto 1.82, fisico atletico e flessuoso, essenzialmente
perfetto, grazie alla sua natura di guerriero, il suo modo di camminare è tanto
preciso e ritmato da ridurre quasi in ipnosi. Ha diverse cicatrici che si è
provocato lottando contro il proprio spirito nero: una sul braccio sinistro,
che va dal polso a metà dell’avambraccio; una tondeggiante sul bracco destro,
il segno di un morso; e una vicino alla clavicola.
Gli sono stati impressi quattro sigilli (cinque alla fine
del primo libro), che si manifestano come tatuaggi: il primo sulla scapola
sinistra, il secondo dietro l’orecchio destro, il terzo nell’incavo del gomito
destro e il quarto sotto il tallone, il quinto aggiuntivo sul palmo della mano
destra.
Carattere: è un ragazzo
orgoglioso e pieno di sé. Il suo lato razionale, con cui guarda tutto ciò che
lo circonda, gli ha fatto apparire per anni la vita come qualcosa di inutile e
solamente doloroso e questo l’ha portato a desiderare la morte più volte. Ma la
parte più emotiva, con cui spesso è in conflitto, lascia sempre accesa una luce
di speranza nella sua mente, una curiosità acuta e insaziabile che alla fine lo
spinge sempre avanti. Kallwen può essere visto come un essere con due anime,
sempre alla ricerca di quella linea di separazione tra le due: la prima,
razionale, fredda e calcolatrice, la Ragione che lui crede essere la vera
essenza di sé; e l’altra, non solo emotiva, passionale e completamente
irrazionale, ma anche assetata di sangue e essenzialmente cattiva, sconvolta
quindi, da qualunque tipo di emozione. Da sempre l’elfo considera questa parte
di sé come un intruso, un demone
Forse sempre a causa della prigione di luci dimezzata non
è capace di provare imbarazzo e per questo risulta spesso inopportuno.
La sua natura guerriera lo rende estremamente
competitivo: non è certamente una persona che sa accettare la sconfitta. Per
questo, come Mentale, ama divertirsi e vendicarsi con battute malevole sui
segreti più nascosti di ognuno.
Ama/odia/manie/tic: Ama mangiare la carne, sia cotta che cruda; non
riesce a sopportare il caldo o comunque temperature superiori ai venticinque
gradi e si trova, invece, molto più a suo agio in alta quota.
Adora nuotare e l’acqua ghiacciata. Come quasi tutti i
guerrieri, ama combattere e allenarsi. La sua mania di precisione si riflette
soprattutto nello studio e nel combattimento. Ha una passione quasi amorosa per
la sua cavalla che lo ricambia sinceramente. Piega la testa di lato quando non capisce qualcosa o per concentrarsi e spesso rimprovera alle persone intorno a lui di pensare troppo "ad alta voce".
Storia: Kallwen ha avuto una vita piena di traumi intensi fin dalla
tenerissima età. A quattro anni ha visto il padre, posseduto dal proprio
spirito nero, che uccideva sua madre stritolandole il cuore con la forza del
pensiero. A quella vista a perso per la prima volta il controllo del suo corpo
mentre il demone dentro di lui prendeva il sopravvento e lo faceva fuggire.
Non ricorda nulla dei tre giorni seguenti, fino a che non
viene trovato da Riasme e da sua nipote Harima, la quale comprende
l’instabilità dello spirito del bambino e lo sigilla, con l’aiuto dello zio.
Da allora Kallwen vive nella base di resistenza da poco
fondata da Riasme, dove circa un anno dopo conosce Tayron, un piccolo elfo di
un anno più grande di lui, che diventerà il suo migliore amico. Circa nello
stesso periodo arriva alla base l’Anziana Sidryan insieme a Vitryan, un’elfa di
poco più grande di lui: i due si odiano dal primo momento in cui si vedono.
Nella prima missione a cui partecipa, lui e Tayron
trovano il giovane elfo mutaforma, Xer: il bambino di soli sette anni era
trasformato in un essere umano, ma grazie ai suoi poteri, Kall capisce subito
di trovarsi davanti ad un elfo e riescono a portarlo in salvo alla base.
Nella seconda missione, in un centro di sperimentazione,
perde il controllo durante un combattimento e uccide brutalmente due guardie
umane: il rumore manda all’aria la missione e Riasme riesce a portare in salvo
solo un elfo dal centro, Dedlos.
Tornati alla base, Riasme decide di non farlo più
partecipare alle missioni. Dopo alcuni giorni di studio, Kallwen compie un
incantesimo di cancellazione della memoria su Dedlos, per eliminare da bambino
tutti gli orribili ricordi degli esperimenti a cui i suoi occhi sono stati
sottoposti.
All’età di dodici anni, Tayron muore in una missione e il
dolore della perdita fa di perdere nuovo il controllo a Kallwen che attacca il
capo della base, cercando di ucciderlo, ritenendolo responsabile della morte dell’amico.
Viene fermato e sedato, ma decide di scappare dalla base una volta rinvenuto.
Si stabilisce per qualche tempo da un’anziana donna, per un quarto elfa, che lo accoglie con gentilezza. Ma quando la figlia della vecchia donna viene quasi uccisa da dei briganti, perde ancora una volta il controllo di se stesso e finisce per ucciderli. Sconvolto da se stesso, decide allora di cercare suo padre e, seguendo i pochi indizi
che aveva racimolato mentre si trovava alla base, arriva tra le montagne, in
luogo dove suo padre aveva condotto esperimenti magici e dove tutte le tracce
si esauriscono. Resta lì per due anni circa, dopo di che comincia a
vagare per lo Stato del Dryangin, chiudendosi sempre di più in se stesso. Passa il confine con il Ducato per andare a vedere
ciò che resta del villaggio dove era nato e, poi stanco della cacciagione, si
infiltra nella capitale, in cerca di cibo, ma la troppa sicurezza in se stesso
gli fa fare un passo falso e viene catturato. Ma nella cella in cui si ritrova
in attesa di essere ucciso incontra Samire...
Bene, sperando che non sia troppo confuso, direi che con il mio complicato protagonista ho finito! Alla prossima scheda!
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