domenica 29 settembre 2013

Parliamo di cose serie: Scene madre e distruzione di personaggi

Mentre scrivo molto spesso il mio cervello si trova più avanti nella storia, magari nella scena madre che non vedo l’ora di raggiungere.
 È principalmente questo che mi fa andare avanti più veloce che posso, proprio per raggiungere il mio cervello, un po’ come quando si legge velocemente un libro perché si intuisce che di lì a poco ci sarà qualcosa di memorabile.
Io non sono una di quelle che salta le pagine per arrivare prima, però: trovo che la cosa si estremamente irrispettosa, nei confronti degli autori e delle storie che si sta leggendo. E lo stesso credo che non sia giusto saltare una parte di passaggio solo per poter scrivere la scena madre: per potersi godere bene quella scena bisogna attendere, lavorare, soffrire insieme ai personaggi.
Ecco perché mi sento morire quando, leggendo un libro, l’autore, dopo mille peripezie interiori e non, rovina i personaggi nella scena madre.

Non voglio nominare un autore in particolare, perché sono stati moltissimi a torturarmi in questo modo... diciamo solo che c’è una certa autrice che è riuscita a rovinare ogni singolo personaggio per undici libri di fila. E non è che sia una che scrive male, i cui personaggio non sono credibili dall'inizio o cose simili. No, questa donna riesce a costruire personaggi bellissimi, guerrieri forti ma con tanti difetti che sono (coscientemente) fatti per far innamorare ogni donna e ragazzina che legga i suoi libri... per poi distruggerli ad uno ad uno nella scena d'amore, che poi è sempre il punto focale dei suoi libri, dato che sono libri d'amore.
Alla fine di ogni libro, ogni suo personaggio è diventato identico ai quelli dei libri precedenti, indifferentemente dal carattere o da quello che gli è successo nel resto della sua vita! Come se l'amore li trasformasse tutti in simpatici pupazzetti con uno smile sorridente attaccato sulla faccia.
Non so esattamente perché continui a farmi del male leggendo certe cose... forse perché all'inizio sono sempre ben scritti e ben caratterizzati, o forse perché finalmente, dopo 11 libri, è arrivata ai due personaggi che mi interessano veramente e voglio capire come riuscirà a rovinarli.
Per cui è possibile che, tra qualche mese, quando avrò finito di leggere il libro (è in inglese, anzi, praticamente in slang, quindi ci metterò un bel po’), andrò in giro ad urlare la mia disperazione a chiunque mi trovi davanti. Per ora mi godo quella parte del libro in cui sono entrambi ancora padroni di se stessi, e non così malamente modificati dall'amore.
È per non finire a compiere gli stessi delitti di questa donna che cerco di tenere i miei personaggi il più possibile lontani dall'amore: è una variabile davvero insidiosa per un autore e bisogna sempre essere cauti ad utilizzarla in un libro, perché morde, si dimena e fa di tutto per stare al centro dell’attenzione. E spessissimo chi ne fa uso senza leggere il libretto delle avvertenze si ritrova uno stereotipato romanzo rosa tra le mani, una volta finito di scrivere.
Ora che mi sono sfogata e ho intimidito abbastanza i personaggi troppo romantici nella mia testa, posso tornare a scrivere con più tranquillità.


P.S. se mai dovessi cadere in trappola anche io, fatemelo sapere: cerco di tenere a bada la mia vena romantica in funzione dell’arte, ma potrei cadere in tentazione senza accorgermene.

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