venerdì 11 marzo 2011

vampire's blood capitolo 4

“Dracula e la sua promessa”




La sera arrivò velocemente per Alexa che era ancora debole e dormì quasi tutto il tempo, non fu lo stesso per Vlad, che invece vagabondò tutto il giorno, cercando di non pensare a quello che era successo. In compenso scoprì che riusciva a correre molto più veloce di prima, alla velocità di un cane di taglia media per lo meno, poi sentiva gli odori degli animali del bosco, proprio come se fosse diventato un predatore.

Al tramonto, come aveva promesso, il vampiro tornò, sicuro di trovare due cadaveri. Ma, con sua somma sorpresa, non trovò nessuno dove una volta vi erano due bambini.

Si guardò in torno: com’era possibile che in quelle condizioni si fossero spostati. Gli venne da pensare che forse il ragazzino era diventato veramente un licantropo e aveva mangiato l’amica... no, gli sembrava improbabile, anche se non si poteva mai dire con quelle bestie tanto rozze che non sapevano neanche mordere con eleganza. Poi però vide le tracce nella neve di qualcosa che era stato trascinato. Seguì quelle tracce sperando di trovare qualcosa d’irrecuperabile e si trovò davanti a un folto abete.

“Ecco fatto”, sbuffò il Conte fiutando qualcosa di vivo sotto quella fronda.

Alexa aveva sentito qualcuno avvicinarsi e si era schiacciata contro il tronco rimanendo in silenzio, non voleva che nessuno la trovasse, cosa sarebbe successo se si fossero avvicinati degli umani? E se invece fosse qualcosa di peggio, di pericoloso? Non voleva morire, né essere ferita di nuovo. Vlad se ne era andato quella mattina e non era ancora tornato, forse ce l’aveva con lei perché l’aveva morso... ma in fondo anche lui l’aveva morsa, tante volte anche, su tutto il corpo, come se avesse proprio intenzione si mangiarla... pensarlo le faceva ancora venire i brividi, ma gli aveva detto di averlo perdonato, perché non era stata colpa sua.

Allora perché lui si era comportato così per quel suo morso che aveva detto non avergli fatto neanche tanto male?

Il sole ormai non c’era più e aveva anche pensato di provare ad alzarsi per andare a cercarlo, ma sapeva che non ce l’avrebbe mai fatta. Mentre ragionava su queste cose, dei rumori l’avevano messa in allarme. Mentre ancora sperava che quella persona, chiunque fosse, non la notasse, una mano guantata di nero spostò il grosso ramo dell’albero che la copriva, rivelando alla sua vista un inquietante uomo anziano ma ancora affascinante, completamente vestito di nero.

Sussultò spaventata e prima che potesse fare nulla, quello cominciò a parlare:

- Bene! Una piccola vampira, non speravo di poterti vedere viva piccola... ma come mai le tue ferite sono guarite?

- È stato Vlad... - sussurrò lei, sembrava che non fosse cattivo, ma probabilmente era stato lui ad attaccare il suo amico, quindi cercò di non abbassare la guardia.

L’uomo sembrò rabbuiarsi alla notizia che anche il bambino era vivo, sospirò: - Così ti avrebbe curato, quindi sta bene, e dov’è ora?

- Qui.

Entrambi si voltarono verso il ragazzino spuntato all’improvviso da dietro al vecchio vampiro. Vlad guardava l’uomo ribollendo dalla rabbia: eccolo lì, l’essere che l’aveva trasformato in un mostro.

Sentì il sangue ribollirgli nelle vene, mentre il suo corpo si piegava in avanti, come un lupo che vuole attaccare, sentì i denti ingrossarsi, le unghie allungarsi e tutte le cellule del muoversi frenetiche cercando di trasformarsi.

- Sta calmo... - cominciò il vampiro preoccupato, ma il bambino gli ringhiò contro mostrando i denti, mentre pian piano sembrava ingrossarsi e assumere una posa sempre più animalesca.

- Vattene! - gli urlò avvicinandosi con un balzo.

- Sono qui per aiutarvi, devo rimediare al mio errore! - continuò l’uomo mettendo le mani avanti: l’ultima cosa che voleva fare era combattere con un ragazzino, non voleva farsi male senza un buon motivo, non era più tanto giovane...

A quelle parole Vlad si fermò riprendendo quasi del tutto il suo aspetto normale, tranne forse per i denti ancora un po’ troppo lunghi.

- Cosa vuoi dire? - chiese.

- Possiamo tornare normali? - chiese Alexa speranzosa.

Il vampiro sorrise a entrambi: - Vi prometto che cercheremo insieme una soluzione.

- Ma torneremo davvero come prima? - continuò il bambino ancora pieno d’odio per lui.

- Non posso assicurarvelo. - rispose il Conte sincero: in realtà non credeva che ci fosse un modo per tornare normali, né il motivo di desiderarlo, per la verità. – Ma se ora mi seguite al castello, io non vi farò mancare nulla e vi aiuterò a cercare una soluzione adeguata... e ovviamente tutto ciò che avevo detto ieri, vale ancora.

- Intende dire di ereditare tutto? - chiese Vlad e Alexa sgranò gli occhi, quel tipo era davvero ricco se viveva in un castello, e davvero avrebbe lasciato tutto a loro?

L’uomo assentì: - Vivrete come dei principi... - volse lo sguardo verso la bambina che lo guardava sognante e continuò – avrete tutto ciò che volete, tutto!

Vlad storse la bocca, la cosa non lo convinceva per niente: - E perché farebbe tutto questo per noi?

- Perché? Te l’ho detto ieri, voglio solo trovare degli eredi, e voi due andate benissimo!

Il Conte vide che il bambino era ancora indeciso e disse: - Inoltre se non venite con me, la tua amica non si rimetterà mai... non vuoi che lei muoia, vero?

Lui la guardò spaventato: sarebbe morta davvero? Perché era diventata un vampiro? Perché lui l’aveva morsa e quasi uccisa? Quindi per colpa sua? Anche se l’aveva curata, lei sarebbe morta lo stesso?

Come se stesse ascoltando i suoi pensieri, il vampiro gli si avvicinò: - Non puoi fare più di così da solo, ha perso troppo sangue e... - si avvicinò ancora per sussurrargli - non basta quello che puoi darle tu.

Vlad trattene il respiro e tornò a essere rosso, chiedendosi come potesse sapere ciò che era successo quella mattina, la guardò di nuovo, colpevole.

- Non vuoi che muoia, no? - ripeté l’uomo in tono carezzevole e ingannatore.

Vlad fece segno di no con la testa e l’uomo sorrise vittorioso: - Bene. Allora andiamo.

Il vampiro prese in braccio la bambina e fece segno a lui di seguirlo.

Fu così che sfrecciando nel bosco notturno, il Conte con una certa eleganza e il bambino volgarmente a quattro zampe. Abbandonarono per sempre i luoghi che conoscevano, le loro piccole case di periferia, le loro famiglie e tutte quelle cose che fanno di una vita, un’esistenza normale.

1 commento:

  1. Ciao Sarah, sono Claudia (Rain). Ci siamo conosciute a Bologna, al fantasy camp. sono una delle amministratrici di twilighters italia. Ti scrivo al volo per dirti che sto leggendo il tuo libro e che ne parlerò brevemente in un articolo sull'evento di bologna appena finirò il trasloco. è questione di un paio di giorni. Pensavo di linkare il tuo blog e se vuoi mandarci una tua foto, magari con l'autorizzazione dei tuoi (tanto per fare le cose bene), per noi va bene. Facci sapere. mi trovi all'indirizzo mail rain@twilightersitalia.com

    Dimenticavo: complimenti sinceri! Prigione di luci mi sta appassionando molto. ;)

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