I paesaggi hanno effetti diversi sulle persone. Ad alcuni trasmettono sensazioni, ad altri schiariscono a tal punto la mente che lo scorrere del tempo risulta loro più lento e pacato.
Così, davanti a un paesaggio tanto bello da farci battere forte il cuore, sentiamo l’impulso di fermare per sempre l’immagine di quel luogo, magari intrappolandola sulla pellicola di una macchina fotografica.
Un artista, invece, cercherebbe di trasmettere ciò che la sua anima ha visto in quel luogo, rendendolo magico non solo ai suoi occhi illuminati, ma anche a quelli di molte altre persone. E lo scrittore? Come l’artista vuole trasporre ciò che prova perché altri possano sentirlo, e allora espande i sensi e ascolta attentamente. Rimane in ascolto fino a che non è il paesaggio stesso a suggerirgli cosa scrivere. A quel punto, che il racconto sia nato dalla sua fantasia o che sia davvero il luogo a sussurrargliela all’orecchio, non ha molta importanza, perché in entrambi i casi, succede qualcosa di straordinario: nasce una storia.
Centinaia e centinaia di anni fa, prima che la regione dello Zhenjiang prendesse questo nome, prima ancora della stessa nascita del lago Xihu, quella valle verdeggiante, incorniciata dalle montagne degradava dolcemente verso est, aprendosi verso il sole nascente. Era una terra inviolata con grandi pianure e dolci colline erbose.
Oltre le montagne che delimitavano la vallata ad ovest, invece, viveva un popolo di stirpe antica, ma dal cuore umile e gentile. Essi non erano mai stati in guerra con nessun popolo e vivevano grazie a quello che la terra della montagna dava loro. Nonostante il terreno non fosse facilmente coltivabile, riuscivano comunque a ricavarne molti frutti, perché essi amavano la loro casa e la terra percepiva e ricambiava questo amore.
Tra questa quieta gente, viveva una ragazza di nome Liu Lei, che ogni giorno portava le pecore a pascolare in direzione della bella valle sottostante, dove gli animali potevano trovare erba più fitta e dolce.
Liu possedeva una dolcezza che riusciva a placare le bestie feroci, e una sensibilità innata: lei era l’unica che riusciva a percepire la gratitudine della terra verso il suo popolo, tra lei e la natura esisteva un rapporto molto profondo. Eppure Liu non aveva mai dato importanza al suo dono, fino a quando, un giorno, scesa fino alle pendici della montagna, la vide...
Nelle sua vita non aveva mai visto una valle tanto bella: vide come le montagne lasciavano spazio alle colline con un abbraccio, in cui tra il verde cupo degli alteri alberi di montagna esplodeva nel fremito di vita nuova e fresca dei cespugli spumosi e dell’erba sottile e sbarazzina. Non era una vallata ripida e profonda, bensì dolce e subito pianeggiante, proprio come Liu, che vide in quel luogo il riflesso del suo cuore. Rimase tanto incantata che dimenticò di tornare a casa e passò la notte in quella vallata piena di vita e dolcezza.
Col passare del tempo, la ragazza cominciò a svegliarsi sempre prima, a camminare per i monti più velocemente, fino a sfinirsi pur di arrivare il prima possibile nella valle di cui si era innamorata e alla fine, anche la vallata finì per innamorarsi di lei che accarezzava i pendii col suo sguardo dolce e sorrideva alle nuvole. Così la valle si fece ogni giorno più bella, per far sentire alla ragazza il suo amore smisurato.
Un giorno Liu, mentre raccontava alle colline e al vento i suoi segreti, vide arrivare da lontano un cavaliere. Quando questi si fu avvicinato, osservò che era un ragazzo vestito con abiti eleganti e pregiati, in sella a un cavallo dall’ineguagliabile bellezza. Il giovane le disse di essere stato mandato a fare un sopralluogo in quella zona da suo padre, capo di un nobile casato, che aveva intenzione di estendere i propri domini fino a quella valle. Quelle parole raggelarono il cuore della ragazza, che, sapendo di non poter far nulla, chiese cosa avessero intenzione di farvi.
- La terra sembra buona, sicuramente verrà coltivata. – rispose lui.
- Non è solo una terra buona, è un luogo meraviglioso, straordinario... vi prego di trattarlo bene. – mormorò Liu sull’orlo delle lacrime.
- È solo una valle! - sorrise stupito il giovane da quella reazione tanto forte.
Lei scosse lentamente il capo: - No, è un luogo speciale, un luogo pieno d’amore, di vita e di tranquillità... – continuò la pastorella con gli occhi brillanti di passione. Stupito dalla sua bellezza, il ragazzo scese da cavallo e le si avvicinò per guardare la valle con lei. Liu gli mostrò tutto quello che aveva scoperto fino a quel momento: la discesa dolce e tranquilla delle colline, gli fece sentire la bella musica del vento che soffiava forte e selvaggio e gli fece vedere come l’erba si piegava al suo passaggio, inchinandosi di fronte alla sua potenza... infine gli mostrò come ogni colore, ogni cosa mutava col calare della notte e come la valle risplendeva, mentre il sole levante tornava a illuminare il mondo.
Passò molto tempo e ogni giorno il ragazzo usciva a cavallo dal castello della sua famiglia, e tornava al centro della vallata, dove aveva incontrato Liu per la prima volta e dove continuava ad incontrarla ogni giorno. Lei continuò a mostrargli la valle con i suoi occhi romantici e innamorati e gli insegnò a vedere, osservare e percepire come mai aveva fatto prima, fino a che anche lui riuscì a vedere gli alberi giocare col cielo e a sentire la terra e i suoi frutti pulsare di vita.
In breve tempo il nobile si innamorò di Liu, del suo sorriso e del suo sguardo, e lei di lui che era impulsivo e diretto e che veniva da un mondo fatto di castelli e ricchezze, ma anche di crudeltà e desiderio di potere, cose che lei non aveva mai conosciuto.
Un giorno la ragazza gli disse: - Se fosse possibile, mi piacerebbe poter vivere in questa valle con te.
Il nobile sorrise e la baciò, in quel momento non voleva sentire quella voce dentro di sé che gli diceva: “Per quanto tempo ancora potrai ingannare la tua famiglia dicendo loro di non aver ancora esplorato tutto il luogo?”
I due giovani continuarono a vivere in quel mondo di quiete e sogni, senza sapere che già da tempo delle spie erano state mandate a sorvegliarli.
Il loro dolce sogno d’amore venne infatti spezzato bruscamente una mattina, poco dopo l’alba. Liu aspettava l’arrivo dell’amato, rivolta verso est. Sorrise e alzò il braccio in segno di saluto quanto vide arrivare un cavallo da lontano. Si accorse troppo tardi che quel cavaliere non era la persona che aspettava. L’uomo smontò in fretta da cavallo, con la spada al fianco e una benda che gli copriva il viso, lasciando vedere solo gli occhi: - Sei tu Liu Lei?
La ragazza, agghiacciata dal terrore, non fece nemmeno in tempo a rispondere che già l’assassino le aveva trapassato il petto.
Subito dopo l’uomo montò a cavallo e ripartì, senza una parola, senza nemmeno voltarsi a dare uno sguardo a quel corpo, ormai esanime, il cui sangue tingeva adesso di rosso il tappeto erboso che l’avvolgeva.
Quando il nobile arrivò al luogo dell’appuntamento il cielo si era fatto scuro, triste, e l’ombra avvolgeva il corpo della fanciulla. Sconvolto dal dolore e dalla rabbia, il giovane promise vendetta. Tornò al limite della vallata, dove il suo casato aveva costruito una residenza provvisoria, sguainò la spada e uccise le guardie, poi i servitori e i consiglieri e infine suo padre, che aveva ordinato l’assassinio di Liu: nessuno riusciva a fermare la sua furia e in lui non c’era più nessuna speranza, nessun desiderio, nessuna voglia di vivere, e quindi nessuna paura di morire.
Solo quando tornò di nuovo nella valle, con la spada e i vestiti insanguinati e vide di nuovo lei, ancora sdraiata dove l’aveva lasciata in preda alla rabbia, capì che nessuna vendetta poteva cambiare le cose o placare il suo dolore.
Vide che, per seguire la sua indole impulsiva, per il suo desiderio di vendetta aveva macchiato di sangue e odio il luogo che grazie a lei aveva imparato ad amare. Così fece quello che non era riuscito a fare prima, seppellì la ragazza al centro della valle e pianse. Pianse perché a causa sua era morta una ragazza meravigliosa che gli aveva insegnato cosa voleva dire amare veramente, e la vallata pianse con lui. Il cielo diventò scuro e piovve tanto a lungo che allagò tutta la valle e il giovane dovette ritirarsi su un’altura per non essere sommerso. Poi l’acqua salì ancora e la collinetta divenne una delle isole del lago Xihu. Quando finalmente il dolore della vallata si attenuò, il lago diventò un luogo pieno di dolcezza e quiete proprio come in origine era stata la valle, ma ancora più meraviglioso, perché nelle sue acque dormiva ora lo spirito della donna che quella terra aveva amato tanto intensamente. Il giovane nobile rimase sull’isola continuando a proteggere il lago e la sua tranquillità per tutta sua la vita. E, scrutando l’acqua, gli sembrava, di tanto in tanto, di scorgere il riflesso del sorriso di lei.
Strana questa storia, molto diversa dal tuo solito stile... cmq carina lol
RispondiEliminaSì, beh... in questa storia mi sono stati imposti sia il luogo di ambientazione sia un certo numento di caratteri, quindi non potevo dilungarmi più di tanto... quando devo scrivere una storia concisa il mio stile cambia parecchio.
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