Vi è una leggenda tra i mercanti, i naviganti e tutti coloro che almeno una volta nella vita sono saliti su una nave, che sia stato per la voglia di girare il mondo o semplicemente per cercare fortuna.
La leggenda narra di tre vascelli meravigliosi, che possono andare per il cielo con la stessa facilità con cui scivolano sull’acqua.
Si dice che le abbia costruite un vecchio pazzo che nella sua follia aveva voluto unire il cielo con il mare... questo infatti era ciò che si diceva che ogni nave portasse inciso a lettere d’oro sulla fiancata: “Io sono colei che la linea dell’orizzonte sfuma...” poi la frase continuava diverso per ognuna delle tre. Sullo scafo della prima le lettere risaltavano sul nero “ ... colei che, come Nera Ladra, ogni bene ruba”
La seconda nave, bianca e spettrale, recitava “... colei che, come Chiara Giustizia, vita e morte commercia”
Il terzo vascello, rosso sogno dei marinai, cantava in lettere armoniose “... colei che, come Rossa Passione, dolce amore dispensa”
La leggenda narra di tre vascelli meravigliosi, che possono andare per il cielo con la stessa facilità con cui scivolano sull’acqua.
Si dice che le abbia costruite un vecchio pazzo che nella sua follia aveva voluto unire il cielo con il mare... questo infatti era ciò che si diceva che ogni nave portasse inciso a lettere d’oro sulla fiancata: “Io sono colei che la linea dell’orizzonte sfuma...” poi la frase continuava diverso per ognuna delle tre. Sullo scafo della prima le lettere risaltavano sul nero “ ... colei che, come Nera Ladra, ogni bene ruba”
La seconda nave, bianca e spettrale, recitava “... colei che, come Chiara Giustizia, vita e morte commercia”
Il terzo vascello, rosso sogno dei marinai, cantava in lettere armoniose “... colei che, come Rossa Passione, dolce amore dispensa”
Solo pochi credevano davvero all’esistenza di queste navi meravigliose e a tre vascelli erano stati attribuiti questi titoli da leggenda, ma nessuno credeva davvero che potessero volare.
La nave nera era un’imprendibile nave di pirati sanguinari, loro erano quelli che più di tutti alimentavano la leggenda, era una nave e una ciurma che nessuna persona per bene aveva mai incontrato, e che quelli meno per bene negavano di averli mai visti se non proprio la sua esistenza. Succede così, quando si paga per rimanere invisibili. E quei signori pagavano molto bene, chiunque li incontrasse... oppure li minacciavano. Erano l’elite dei pirati, i più cattivi, i più forti, i più ricchi, i più leggendari.
L’elegante nave bianca apparteneva ad una ricca famiglia di commercianti e il vascello ospitava l’intera famiglia, erano tutti eccezionali medici e i loro farmaci erano miracolosi, ridavano la vista ai ciechi, facevano camminare chi era nato paralizzato e si diceva che potessero addirittura far ricrescere una arto o resuscitare i morti. Costavano però più di cinque diamanti al pezzo ed erano praticamente introvabili. I loro veleni erano invece leggermente più abbordabili e altrettanto bizzarri. L’intera famiglia, dai vecchi ai bambini, vestivano bianco, oro e azzurro chiaro e chi diceva di aver incontrato uno dei membri, assicurava di non averli ami sentiti parlare e che al loro solo passaggio l’aria diveniva più salutare.
Infine, la nave rossa, quella del desiderio, non era mai stata vita da nessuno che potesse raccontarlo: si diceva che chi l’avesse incontrata, tornasse a casa in uno stato perenne di estasi, e raccontava di donne meravigliose, di pace interiore, di ogni tipo di piacere... lo raccontava e rimaneva per sempre con la mente in quel luogo di sogni. Nessuno era in grado di riportare indietro chi veniva dispensato del dolce amore, come diceva la scritta sulla fiancata.
I marinai che avevano perduto il senno rimanevano su quella nave per sempre e quando morivano lo facevano sorridendo. Si diceva che solo uno fosse riuscito a ritornare con la mente alla realtà, grazie a uno del miracolosi farmaci di Chiara Giustizia, ma al risveglio non ricordava più nulla, non ricordava più quell’equipaggio fatto da donne e uomini bellissimi e senza età che fino a poche ore prima diceva di vedere distintamente.
Nera Ladra, Chiara Giustizia e Rossa Passione erano i nomi di queste navi che solcavano i cieli e neanche i loro fortunati abitanti ne conoscevano a fondo tutti i segreti... neanche a loro era dato conoscere l’aspetto o il nome del creatore.
Ancora un'altra prova di incipit... diversamente da quanto tendo a scrivere di solito, se questa storia si svilupperà, parlerà di amicizia e di avventura, senza tirare in ballo l'amore, però... io sono una persona romantica e quindi per me scrivere una storia senza far innamorare i protagonisti equivale a un completo salto nel buio. Per la verità non nutro molte speranze, ma potrei sempre riuscire a sorprendermi!
La nave nera era un’imprendibile nave di pirati sanguinari, loro erano quelli che più di tutti alimentavano la leggenda, era una nave e una ciurma che nessuna persona per bene aveva mai incontrato, e che quelli meno per bene negavano di averli mai visti se non proprio la sua esistenza. Succede così, quando si paga per rimanere invisibili. E quei signori pagavano molto bene, chiunque li incontrasse... oppure li minacciavano. Erano l’elite dei pirati, i più cattivi, i più forti, i più ricchi, i più leggendari.
L’elegante nave bianca apparteneva ad una ricca famiglia di commercianti e il vascello ospitava l’intera famiglia, erano tutti eccezionali medici e i loro farmaci erano miracolosi, ridavano la vista ai ciechi, facevano camminare chi era nato paralizzato e si diceva che potessero addirittura far ricrescere una arto o resuscitare i morti. Costavano però più di cinque diamanti al pezzo ed erano praticamente introvabili. I loro veleni erano invece leggermente più abbordabili e altrettanto bizzarri. L’intera famiglia, dai vecchi ai bambini, vestivano bianco, oro e azzurro chiaro e chi diceva di aver incontrato uno dei membri, assicurava di non averli ami sentiti parlare e che al loro solo passaggio l’aria diveniva più salutare.
Infine, la nave rossa, quella del desiderio, non era mai stata vita da nessuno che potesse raccontarlo: si diceva che chi l’avesse incontrata, tornasse a casa in uno stato perenne di estasi, e raccontava di donne meravigliose, di pace interiore, di ogni tipo di piacere... lo raccontava e rimaneva per sempre con la mente in quel luogo di sogni. Nessuno era in grado di riportare indietro chi veniva dispensato del dolce amore, come diceva la scritta sulla fiancata.
I marinai che avevano perduto il senno rimanevano su quella nave per sempre e quando morivano lo facevano sorridendo. Si diceva che solo uno fosse riuscito a ritornare con la mente alla realtà, grazie a uno del miracolosi farmaci di Chiara Giustizia, ma al risveglio non ricordava più nulla, non ricordava più quell’equipaggio fatto da donne e uomini bellissimi e senza età che fino a poche ore prima diceva di vedere distintamente.
Nera Ladra, Chiara Giustizia e Rossa Passione erano i nomi di queste navi che solcavano i cieli e neanche i loro fortunati abitanti ne conoscevano a fondo tutti i segreti... neanche a loro era dato conoscere l’aspetto o il nome del creatore.
Ancora un'altra prova di incipit... diversamente da quanto tendo a scrivere di solito, se questa storia si svilupperà, parlerà di amicizia e di avventura, senza tirare in ballo l'amore, però... io sono una persona romantica e quindi per me scrivere una storia senza far innamorare i protagonisti equivale a un completo salto nel buio. Per la verità non nutro molte speranze, ma potrei sempre riuscire a sorprendermi!
Era una giornata iniziata come le altre, nel consueto, caotico, demenziale casino che contraddistingue la nostra vita;
RispondiEliminaQUANDO uno strano BAGLIORE ha risvegliato in me una atavica assopita esigenza esistenziale,
COME in trance, guidato da questa forza lontana ho deviato il mio frenetico girovagare per seguire quello, che in quel momento, sembrava la mia sola ragione di vita.
Giunto finalmente alla sorgente di quella grande energia, dal bagliore sfavillante, ne sono stato completamente assorbito.
La sua energia si irradiava in tutto il mio corpo dandomi una sensazione di pace universale. Il lento movimento accompagnato dal rumore amico mi ristorava come null'altro...E fu così che a poco a poco, vincendo il timore di apparire non adeguato, o strano agli occhi di un ipotetico osservatore, mi sono avvicinato dapprima al suo cospetto, poi non pago, fino quasi a sfiorarlo.
Preso in pensieri di ogni genere, cercavo di fare ordine alla mia vita, cominciando dalla persa capacità di godere di un momento di rara bellezza. Più mi ripetevo di fermarmi e di lasciarmi trasportare da quella spendida visione e più la mia mente, introduceva nuove domande avide di una immediata risposta.
Percorsi quasi due chilometri su quella spiaggia abbandonata, cercando di addomesticare la mia mente ai ritmi più rilassati della natura.
Il mare, amico d’infanzia, Lui, non mi aveva mai tradito. Sempre pronto, sempre disponibile, sempre lì, ad ascoltare a parlare a chi, come me, nato tra le sue braccia, aveva imparato ad amarlo fin dalla tenera eta.
Tra i Suoi duri scogli avevo imparato a pescare, tra le Sue morbide onde a nuotare a Lui avevo consegnato i miei primi segreti. Lui mi era sempre stato vicino, la sua onnipresenza mi faceva sentire meno solo, donandomi tutta l’energia di cui avevo bisogno.
Dopo circa mezzora decisi che, la piccola pausa che mi ero concesso era finita.