Forza e coraggio!!

No, non sono morta. Solo che tutte queste fastidiose attività vitali, tipo mangiare, dormire abbastanza, fare compiti in classe decenti e approvare con un sorriso irritato i professori che continuano a dire che non vedono l’impegno e la paura che si confanno ad uno studente che deve affrontare gli esami, mi portano via troppo tempo per le cose davvero importanti, come scrivere o liquefarmi il cervello davanti agli anime o ai film per poi recensirli, non riescono ad avere spazio sufficiente...

Inoltre c’è anche l’enorme mole di lavoro rappresentata dalla scrittura, la ricopiatura e le indecisioni varie del secondo libro di Prigione di Luci. Ho già scritto che l’obbiettivo che mi sono prefissa è quello di finirne la prima stesura per la fine dell’anno. Il problema è... che l’anno è praticamente finito!! Devo dire che, non avendo mai infranto una promessa a me stessa, (mai una tanto importante, per lo meno) la paura di non farcela non fa altro che aumentare. Non dico di non potercela fare... non potrei mai ammetterlo! E non voglio ammetterlo fino a mezzanotte del 31 dicembre, tuttavia qualcosa continua a scoraggiarmi, come ad esempio il fatto che scrivere a mano è circa due volte più lento di scrivere al computer... il che mi fa pensare che forse dovrei lasciar perdere il quaderno e fare tutto al computer, come avevo cominciato a fare due anni fa. Ma l’idea di avere una parte del manoscritto sulla carta e una parte sul computer non mi convince molto, anzi, veramente lo trovo piuttosto poco romantico e antiestetico.

Dunque penso proprio che continuerò scrivere a mano almeno questa storia che è nata sulla carta e sulla carta deve finire. Dunque che nessuno abbia da ridire se da domani inizierò con una condotta di vita completamente improntata alla scrittura. Sono convinta che i miei amici non mi prenderanno molto bene quando domani comincerò la giornata con un: “Buongiorno. Da oggi fino alla fine dell’anno ignoratemi completamente e non interrompetemi mai mentre scrivo!”

Ma devo far capire alla me stessa che non vuole ancora crederci quanto è realmente forte la mia determinazione.