Ebbene sì! Il 20 Novembre è il giorno in cui finalmente uscirà Prigione di Luci!
È così incredibile che sento di non essermene ancora capacitata a dovere, ma è così, se penso a quando è iniziato tutto poi mi sembra ancora più incredibile...
Per chi non lo sapesse infatti, quando ho cominciato a scribacchiare quello che pensavo come niente di più che un racconto lungo e di poca importanza, non avevo neppure finito il quarto ginnasio e scrivevo principalmente per avere qualcosa da fare. Non avrei mai immaginato che sarei arrivata tanto in là, scrivendo ben cinque quadernoni. Bisogno dire inoltre che era un passatempo che, all’inizio riservavo solo alla quotidiana ora che passo sul treno e a tutti quei momenti in cui non si ha nulla da fare: quando un professore interroga o durante una spiegazione troppo noiosa ad esempio. Ma, dopo pochi mesi i momenti dedicati alla scrittura si sono estesi anche all’attesa dal dentista, a tutti gli intervalli tra una lezione e l’altra e a qualsiasi altro tipo di attesa. Il giorno in cui mi accorsi di non poterne più fare a meno fu quando per diverse ragioni rimasi un giorno senza scrivere nemmeno una parola e, quando poi ripresi in mano il quaderno, mi sembrava di non toccarlo da un secolo e il senso di colpa mi attanagliava.
Da quel giorno in poi, cominciai a pensare alla mia storia come qualcosa di quasi vivo a cui si doveva costanza e amore. Per non parlare poi del vero e proprio sentimento di amore materno verso i miei due protagonisti! Mentre scrivevo li ho sempre trattati come se davvero esistessero e potessero protestare se mai avessi loro messo in bocca cose che non avrebbero mai detto.
C’è stato un periodo in cui mi sono anche creduta pazza per questo, ma in fondo mi sono divertita un mondo a scrivere la loro storia e ancora adesso, quando riesco a prendere il ritmo giusto, la loro è la storia che preferisco scrivere.
Comunque dopo tante disavventure, dopo aver finito di ricopiare tutti i cinque quaderni (mi sono spesso maledetta per aver scritto così tanto), dopo ben cinque riletture e correzioni eseguite da persone diverse, finalmente Pigione di Luci dovrebbe essere pronto per andare in stampa ed essere pubblicato.
Per me è come se tutto questo rinascesse ancora una volta: la prima volta è stato quando ho finito di scriverlo sui quaderni, ovvero esattamente il 30 giugno del 2009, alle 23.54, appena in tempo per rispettare la scadenza che mi ero imposta io stessa. Devo dire che è stata come una liberazione, ma subito dopo sono stata letteralmente schiacciata dall’ansia di ciò che mi aspettava, ovvero un’estate di pausa da Prigione di luci (altra regola autoimposta).
La seconda volta è stata quando ho finito di ricopiare tutto quanto al computer e questa sì che è stata una vera liberazione, perché credetemi non c’e nulla di più noioso che riscrivere una storia che si sa tanto bene...
Poi c’è stato il momento in cui mio padre ha stampato la prima copia integrale dopo la prime due correzioni... per cui tutto il mio lavoro ha subito, fino ad ora, tre grandi evoluzioni: dall’idea alla carta, dalla carta al PC e poi di nuovo dal PC alla carta... ora non c’è che un’ultima rinascita da attendere, quella che tutte le storie del mondo aspettano con emozione e impazienza: la Pubblicazione, la prova massima.
Beh, che dire, mi sono lasciata ancora una volta trascinare dalla scrittura e soprattutto dai ricordi e come sempre ho dimenticato le cose importanti, i dati pratici.
Allora, la presentazione ufficiale di Prigione di luci si terrà il 20 novembre, alle 5.30, presso il locale “Il rifugio degli Elfi” in piazza Risorgimento a Cerveteri. Chiunque sia interessato è libero di venire, pretendere una copia autografata e farmi tutte le domande che vuole...
Detto questo, mi auguro solo che tutto vada bene e vi saluto.
.. i più grandi scrittori fantasy sono solo anglo-americani??
RispondiEliminaTerry Brooks, David Eddings, David Gemmell, Marion Zimmer Bradley, solo per fare alcuni nomi, rappresentano i paladini di un genere che, forse proprio in italia, potrebbe aver trovato nuova ed intraprendente destrezza espositiva.
Sarah Campi rappresenta forse il coraggio incosciente, dato dalla sua giovane età, nell'utilizzare una tecnica narrativa tanto fluida quanto incalzante, che scaraventa il lettore nel conflitto tra vecchio mondo e nuovo mondo, tra normale e alienus, senza permettere pause.
"Prigione di Luci" si poggia sul rapporto bene-male, presente nell'animo tanto dei protagonisti che dei personaggi che incontriamo, per dar maggior forza alla concatenazione di eventi....siamo di fronte a ciò che non vorremmo che accadesse ma che forse desideriamo accada.
....non vi resta che partecipare e......soprattutto leggere!!!!!!