Megan Luis era una ragazza particolare, così la poteva definire qualsiasi persona che l’avesse incontrata, anche solo una volta: i suoi capelli rosso scarlatto, lunghissimi e ondulati, non potevano passare inosservati in quella grigia e triste cittadina in cui era nata, erano come un faro nella notte e nessuno riusciva a ignorare lei e le sue corse frenetiche, mentre saltellava qua e là felicemente. Aveva il volto coperto da milioni di lentiggini, occhi azzurri caldi e ridenti e una bella bocca sempre piena di parole.
Se una persona qualsiasi, uno di quelli che la incontravano al mattina mentre correva per andare a scuola, diceva di lei che era particolare, la sua famigli invece amava definirla unica e anche un po’ matta.
Sua madre e sua sorella avevano certamente buon gusto nel vestire, entrambe raffinate e piuttosto sobrie, ma il motto di Megan, anche nella vita era “Più colore, più buon umore!” e per questo non aveva un solo abito che fosse in tinta unita o che non fosse di una colore forte e vivace.
I suoi amici dicevano semplicemente che sorrideva sempre, che se mai sarebbe stata triste, quel giorno ci sarebbe stata una catastrofe naturale per lo meno! Aveva solo tre difetti, era bassa, appena una metro e sessanta, si mangiava in continuazione le unghie e non sapeva dare consigli: quando qualcuno le chiedeva un parere, lei si faceva da parte, si esprimeva in modo contraddittorio oppure rimaneva silenziosa. Era l’unico momento in cui improvvisamente il fiume di parole che le riempiva sempre la bocca si fermava e le uscivano solo monosillabi.
La sua reazione era anche peggiore se qualcuno le chiedeva consiglio su un problema serio: diventava rossa, si mordeva le unghie e cercava una motivazione valida per scappare via.
“Non sono una buona persona a cui chiedere...” rispondeva a volte “I problemi sono il mio punto debole..”
Una volta, a una ragazza che le chiedeva come dire al suo ragazzo che l’aveva tradito e che ora il suo amante non aveva preso molto bene la sua decisione di lasciarlo, disse di getto: “Scappa! I problemi è meglio evitarli, finché si può.” Poi le aveva chiese scusa, aveva sorriso... era così facile evitare i problemi per lei. Le bastava avere sempre un sorriso stampato in faccia e nessuno si chiedeva se per caso c’era qualcosa sotto, vedeva quel bel sorriso e credevano che lei fosse la ragazza più felice del mondo.
E perché avrebbero dovuto dubitarne, infatti? La sua famigli la amava, era sempre circondata da amici, a scuola aveva dei voti non altissimi, ma comunque buoni... Chi mai avrebbe potuto sospettare che quel suo sorriso tanto spontaneo che tutta la cittadina amava, non fosse altro che una maschera?
Chi poteva anche solo immaginare che i suoi occhi felici nascondessero una grigia indifferenza per quel posto, quella triste prigione monocromatica?
Eppure era questa la verità: la Megan Luis che tutti conoscevano, in realtà non era mai esistita, mai. Fingeva allegria da quando aveva memoria e ormai le era impossibile essere se stessa, non riusciva ad esternare se non ciò che non era.
Se ne rattristava ovviamente, ma era sicura che non sarebbe riuscita a cambiare. In un certo senso poi, quella sua recita le dava una segreta soddisfazione: lei era al di sopra degli altri, sapeva come prenderli, quali erano le loro paure, tutta la città la credeva qualcosa che lei non era, nessuno sapeva... erano tutti immersi in un’illusione guidata da lei.
Forse un giorno userò questo personaggio, ma per il momento non ha ancora una storia tutta sua su cui appoggiarsi. Comunque le sono affezionata, perchè in un certo senso lei è il mio personaggio tipo, uno di quei protagonisti che intrigano e incatenano anche se la storia non è un gran che. Spero che anche per lei sia così, perchè mi dispiacerebbe buttarla via... anche se devo ammettere che i protagonisti rosci non mi sono molto simpatici. Tutto sta nel trovarle un buon amico o pretesto che le possa far cambiare la sua visione del mondo e il suo modo di essere, se riuscirò a trovare quello, sono sicura che la storia verrà da sè.
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